Giovanni de Giacomo an Hugo Schuchardt (20-3710)

von Giovanni de Giacomo

an Hugo Schuchardt

Rossano

22. 01. 1905

language Italienisch

Schlagwörter: Spindel Sachwortforschung Korrespondenzbeilagen Spinnrad Spinnen und Weben Universität Grazlanguage Kalabresische Dialekte Accattatis, Luigi Schuchardt, Hugo (1905)

Zitiervorschlag: Giovanni de Giacomo an Hugo Schuchardt (20-3710). Rossano, 22. 01. 1905. Hrsg. von Verena Schwägerl-Melchior (2015). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.2649, abgerufen am 28. 03. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.2649.


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Chiarissimo Sig.r Professore,

e non vorrà perdonarmi, se Le scrivo con tre giorni di ritardo? Ancora mia moglie soffre per l’aborto, ed io soffro molto più di lei…1

Ella, Professore, mi reca onore e piacer ogni volta che mi scrive. La opera sua non sarà il ridiculus mus, ma la esaltazione del genio umano. Il mio nome, nel Suo libro, acquisterà quella luce, che io mai ho sperata.2

Dice male, secondo me, il prof. Accattatis,3 quando illustra la voce: fusu de fierru. Solo alcuni paesi silani hanno fusu de fierru; quasi tutti paesi di Calabria dicono: fusufierru o fieru d’animulu.

Io non ne ho mai visto che finiscano a spirali. Uno, antichissimo, in casa mia è diritto e il disco supe|2|riore è come è disegnato sul cartoncino che Le accludo = fig. 4 e 6)4

Al fusufierru s’infila un cannello, intorno al quale s’avvolge il filo; il quale serve a due usi: 1° a ordire sullo ordituro, 2° a cogliervi il filo per la trama. Alla prima operazione servono cannelli grossi, come questi disegnati fig. 7 e 8); alla seconda, cannelli piccoli, come quello riprodotto in fotografia, perché debbono entrare nella spola.

Gli arcolai sono di due forme: a quattro stecchette – e sono i più antichi (fig. 2); ad otto – e sono i moderni, o i più comunemente usati (fig. 1): in questi le crociere, vedute dall’alto in basso, s’incrociano; in quelli invece si corrispondono = (fig. 1 e 2)

Il matassaro, in Calabria – almeno per quanto mi sappia – non si trova che come questo = (fig. 3). Differiscono solo per la lunghezza: a |3| Malvito, Fagnano, S. Marco fino a Cosenza, hanno matassari lunghi cinque palmi; qui, come a Cetraro e a molti paesi del Catanzarese, hanno matassari lunghi due palmi. Il cuoppo (o meglio cuoppu d’u fierru o d’u fusufierru) è un toppo bucato, che si tiene stretto nelle cosce, quando si vuol cogliere il filo. Il fusoferro si ficca nella buca del cuoppu, che vien tenuto fermo dalle cosce. (v., in fotografia, l’operazione che fa mia moglie)

Riassumo:

La canapa od altro vien filata al fuso; da questo passa al matassaro; dal matassaro all’animulu; da questo al cannello, e diventa, sull’ordituru, l’ordito [1], che passa al telaio, oppure a trama, che a mezzo della spola, viene a formare il ripieno della tela. A pag. 1 dello acclu

[1] in cal. si chiama stama

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so cartoncino si vede l’animulu e lu fusufierru in operazione; a pag. 2 si vede l’operazione dell’animulu, del matassaru e del fusufierru.

Se vuole fotografia, mi scriva e mi dia un po’ di tempo.5 Accolga, Professore, le affezioni dei miei, io affettuosamente La saluto; e mi creda

Rossano 22-I-1905
Al Ch.mo Signore
Sig.r Dr. Prof. Hugo Schuchardt
Socio dei Lincei. Prof. della Università Graz
Suo Devmo sempre
G. De Giacomo


1 Nella lettera precedente (19-3709) De Giacomo aveva scritto della morte di un suo figlio nato prematuramente.

2 Il riferimento con ogni probabilità è allo scritto An Adolf Mussafia (Schuchardt 1905) in cui Schuchardt nomina De Giacomo tra le persone “welche mir Verwendbares geliefert haben” ( Schuchardt 1905: 6).

3 Accattatis, Luigi. 1895-97. Vocabolario del dialetto calabrese (casalino-apriglianese). Castrovillari: Patucci. La copia personale di Schuchardt è conservata alla biblioteca universitaria di Graz (II 220.235). Sotto il lemma fusu si legge anche “fusu de fierru; Lo stile di ferro entro cui s’infila il cannone nel dipanare il filo dell’arcolaio”.

4 Non è stato trovato il cartoncino con i disegni qui descritto. Il foglio con disegno accluso a questa lettera nel lascito di Schuchardt è stato collocato, nella presente edizione, alla fine della lettera 9-3699 del 19 dicembre 1901. I legami contenutistici illustrati nell'apparato critico di questa e il fatto che si tratti di un foglio e non di un “cartoncino” fanno sembrare plausibile l'ipotesi che il foglio sia stato inviato con tale lettera o eventualmente con quella successiva del 24 dicembre 1901 (10-3700).

5 Non è stata rinvenuta fotografia.

Faksimiles: Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ (Sig. 3710)